Impara l'arte e mettila da parte. Rassegna di conferenze d'arte

ZALIB—EOS

I prossimi appuntamenti

 

 

 

 

 

L’EGITTO A ROMA, conferenza

Giulia Pagliari, Egittologa

Domenica 12 marzo ore 17.30

ZALIB

Via della Penitenza 35, Trastevere

 

Nella Roma antica e, in modo particolare, nella Roma imperiale, il fenomeno senza dubbio più significativo dei contatti avvenuti con ambiti culturali e artistici diversi e provenienti da civiltà lontane, non solo geograficamente, è rappresentato dall’assimilazione dei culti egizi che furono progressivamente e in modo variegato assorbiti nel complesso religioso dell’epoca nella capitale dell’Impero. I segni di questo interessantissimo fenomeno sono ancora oggi custoditi nella città e si possono scorgere nelle piazze, nei toponimi, in alcuni musei, nella Piramide di Caio Cestio, in monumenti imponenti e oggi scomparsi come l’Iseo Campense. L'Egitto fu uno dei più importanti territori dell'Impero romano a partire dal 30 a.C., quando fu acquisito da Ottaviano Augusto, dopo la morte di Cleopatra. In seguito alla conquista molti ricchi romani furono influenzati dallo stile egizio ma soprattutto gli imperatori che portarono a Roma molti obelischi in circa quattro secoli di tempo, monumenti che ancora oggi connotano la Città Eterna.

 

Giulia Pagliari, Laureata in Scienze Archeologiche, Specializzata in Archeologia del Vicino Oriente Antico e dottorata in Egittologia, Giulia Pagliari ha partecipato a numerose campagne di scavi in Giordania e in Egitto come archeologa e topografa​. Nel conseguire il Dottorato in Studi Filologici e Letterari del Vicino Oriente Antico ha impartito dei corsi monografici presso l'Università "Sapienza" e durante la permanenza in Inghilterra per il PhD in Egittologia presso l'Università di Birmingham, ha impartito lezioni sull’Antico Egitto presso il Dipartimento dell’Egitto e del Sudan del British Museum di Londra. È guida autorizzata di Roma e Provincia e operatrice culturale dal 2011 e nel corso degli anni ha collaborato con Zetema per la progettazione di visite guidate per le scuole al Museo Barracco e con il Touring Club per l'ideazione di corso online sull'Antico Egitto per esperti del settore.

 

Per prenotare:

https://form.jotform.com/230584687494370

Costo della lezione (compreso di Tessera Arci e Tessera EOS):

Under 30: 13 euro

Over 30: 15 euro

Per chi ha già partecipato ai primi incontri, o è già in possesso delle due tessere,

il costo sarà solo di 5 euro per gli under 30 e 7 euro per gli over 30.

 

 

 

 

LA STREET ART A ROMA. LUOGHI, PROGETTI, PROTAGONISTI

Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, critici d’arte

Domenica 19 marzo ore 17.30

ZALIB

Via della Penitenza 35, Trastevere

 

Roma è un enorme laboratorio urbano in continua trasformazione, che offre un universo di opere di street art in continua elaborazione ed evoluzione che appaiono ormai disseminati in tanti luoghi della città e in tanti quartieri, connotandoli di segni e simboli della contemporaneità. A Roma il contemporaneo è più vivo che mai, esattamente come in molte altre capitali europee. I muri di Roma negli ultimi anni hanno cominciato a colorarsi con più di 350 opere di street art realizzate da artisti italiani e stranieri di fama mondiale. L’arte urbana romana offre l’occasione di un interessantissimo viaggio in questo particolare ambito della creazione contemporanea che connota tutta la città, dal centro alla periferia, da Testaccio a Tor Marancia, dal Pigneto a Tor Pignattara, dal Quadraro San Basilio.

Ne parleranno Stefano Antonelli e Gianluca Marziani due critici che hanno dedicato anni allo studio e alla divulgazione di questo particolare ed interessantissimo ambito dell’arte contemporanea.

 

 

Stefano Antonelli è un curatore d’arte e ricercatore interessato alle relazioni tra arte e ordinario. Fondatore e direttore artistico di 999Foundation, è ideatore e curatore di progetti come il M.A.G.R., Museo Abusivo Gestito dai Rom, Ostiense District e il Museo Condominiale di Tor Marancia. Ha curato nel 2016 la prima mostra monografica mai realizzata su Banksy (Fondazione Roma Museo). È attivo nella divulgazione culturale con pubblicazioni, conferenze, seminari, laboratori presso istituzioni come la Luiss Guido Carli, La Sapienza, IULM, Roma Tre, Macro e PAC di Milano. È inoltre autore di saggi critici e cataloghi d’arte, oltre a essere regista, autore, scrittore e drammaturgo.

 

Gianluca Marziani è un critico/curatore che si occupa di arti visive in forma interdisciplinare. Aperto alle combinazioni linguistiche, alle controculture in emersione, alle sperimentazioni tra arte e tecnologia, ai nuovi modelli espositivi e curatoriali, nel corso degli anni ha agito su molteplici piattaforme operative. Dal 2010 al 2019 è stato il direttore artistico di Palazzo Collicola Arti Visive a Spoleto. Ha curato per nove stagioni le mostre del Festival dei Due Mondi. Curatore del Premio Terna (sei edizioni) e del Premio Celeste (sei edizioni). E’ stato direttore artistico della Fondazione Rocco Guglielmo e consulente per la Biennale di Venezia 2011. Ha firmato, con il gruppo MetaMorfosi, oltre trenta mostre itineranti dedicate a Banksy, Obey, Keith Haring. Conduce una rubrica d’arte su Dagospia dal titolo “Un Marziani a Roma”. Assieme a Stefano Antonelli dirige la collana editoriale Matsutake Books Lab e il progetto didattico RNA Academy

 

Per prenotare:

https://form.jotform.com/230584687494370

Costo della lezione (compreso di Tessera Arci e Tessera EOS):

Under 30: 13 euro

Over 30: 15 euro

Per chi ha già partecipato ai primi incontri, o è già in possesso delle due tessere,

il costo sarà solo di 5 euro per gli under 30 e 7 euro per gli over 30.

 

 

 

EDWARD HOPPER, IL PITTORE DELLA SOLITUDINE

Roberta Bernabei, storica dell’arte

Domenica 26 marzo ore 17.30

ZALIB

Via della Penitenza 35, Trastevere

 

Edward Hopper (1882-1967) è uno dei più celebri artisti del Novecento, uno dei massimi vertici dell’arte americana. Attraverso immagini di inquietante fascino, di grande impatto emotivo, quasi visioni archetipe, icone della modernità, Hopper svela l’America della prima metà del secolo. In un articolo del 1927 il critico Lloyd Goodrich scrive: “E’ difficile trovare un pittore che nei suoi quadri esprima l’America meglio di Hopper”. Nella sua lunga vita d’artista ha saputo creare opere potenti ed emblematiche, allusive e penetranti, inquietanti simboli della vita contemporanea. Le sue vedute solitarie e silenziose di città, le immagini metropolitane cariche di suggestioni metafisiche, le atmosfere enigmatiche e assorte, rendono il suo linguaggio espressivo efficace ed eloquente, il suo messaggio, universale. L’immagine viene ad assumere significati differenti, altri, il linguaggio figurativo offre all’artista la possibilità di concretizzare i molteplici significati della realtà, di ritrarre attimi sospesi della vita quotidiana, immersa nel contingente, ma nello stesso tempo destinata alla solitudine. Tutti i lavori di Hopper hanno un comune denominatore: il silenzio, l’attesa, la dimensione di ascolto, l’incomunicabilità, risonanze emotive intense ed evocative, mai banali, capaci di fermare il tempo. La sua pittura è una “poesia silenziosa” come l’ha definita Charles Burchfield.

 

 

Roberta Bernabei, storica e critica d'arte, giornalista e guida turistica romana, laureata in Storia dell’Arte all’Università di Roma La Sapienza e specializzata in Archeologia e Storia dell’Arte all’Università di Siena, si occupa da anni di didattica e divulgazione della storia dell’arte. Ha pubblicato vari volumi dedicati al patrimonio artistico e culturale italiano (I Malatesta a Rimini, Residenze Sabaude, 1997, Editalia/Gruppo Poligrafico e Zecca dello Stato), su Roma (fra cui, Roma nel Giubileo, Rizzoli 1998, Chiese di Roma, Electa, 2007, Roma Aeterna, Sassi editore, 2022) sulla storia dell’arte statunitense (Arte Americana, vol.16, Enciclopedia La storia dell’arte, Electa/Mondadori e Gruppo Editoriale L’Espresso), ha partecipato a prestigiose opere collettive sull'arte del XX secolo, ed è autrice di volumi dedicati all’arte contemporanea (Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Carta Accardi, 2012, Editalia/Gruppo Poligrafico e Zecca dello Stato). E’ presidente dell’Associazione Culturale EOS, per cui progetta e cura tutte le iniziative culturali e coordina l’intero sviluppo dell’Associazione.

 

Per prenotare:

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Costo della lezione (compreso di Tessera Arci e Tessera EOS):

Under 30: 13 euro

Over 30: 15 euro

Per chi ha già partecipato ai primi incontri, o è già in possesso delle due tessere,

il costo sarà solo di 5 euro per gli under 30 e 7 euro per gli over 30.

 

 

 

STORIA DELLA FOTOGRAFIA AMERICANA

Roberta Bernabei, storica dell’arte

Domenica 23 aprile, ore 17.30

ZALIB

Via della Penitenza 35, Trastevere

 

Fin dai suoi esordi nel 1839, quando la dagherrotipia - il procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini non riproducibili messo a punto dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre, presentato al pubblico dallo scienziato François Arago all’Académie des Sciences e all’Académie des Beaux Arts di Parigi - giunge negli Stati Uniti attraverso due articoli apparsi il 23 febbraio sul Boston Daily Advertiser e sul Boston Mercantile Journal, la nuova tecnica fotografica incontra oltreoceano reazioni entusiastiche. Numerosi sono gli aspiranti fotografi che cercano di realizzare dagherrotipi seguendo la procedura indicata dall’inventore. All’Esposizione Internazionale di Londra nel 1851 tre medaglie su cinque vanno a fotografi americani, divenuti in breve tempo così abili nel realizzare dagherrotipi che tale tecnica in Europa inizia da allora ad essere chiamata “procedimento americano”. Nel 1855 solo nel Massachusetts vi sono 134 dagherrotipisti. Da allora negli Stati Uniti la fotografia assume un ruolo di grande rilievo, ben presto si diffondono una nuova sensibilità estetica e una riflessione teorica sulle infinite possibilità espressive connesse al nuovo strumento. La fotografia assume anche un ruolo fondamentale nello sviluppo del giornalismo e nel reportage, in questo senso la Guerra Civile (1861-1865) offre l’occasione, a numerosi aspiranti fotoreporter, di realizzare immagini fotografiche che documentino questa drammatica pagina della storia americana. Successivamente con le innovative ricerche di Eadweard Muybridge, con lo straordinario apporto di Alfred Stieglitz, una delle personalità più carismatiche e significative della fotografia americana, con Edward Steichen, Alvin Langdon Coburn, Clarence White, Lewis Hine, Paul Strand, la fotografia approda ad una perfetta sintesi tra un’esposizione obiettiva e incisiva della realtà e una tecnica esemplare. Attraverso la libertà inventiva di Man Ray e, successivamente, con le immagini intense e potenti dei grandi fotografi che hanno ritratto l’umanità dolente coinvolta nel dramma della Grande Depressione, come Walker Evans, Dorothea Lange, Margaret Bourke-White, con la nascita di grandi riviste come “Time”, “Life”, “Fortune”, il contributo americano alla storia della fotografia del Novecento appare sempre più incisivo e imprescindibile. Nel più recente pluralismo espressivo e linguistico numerosi sono gli artisti americani che si esprimono attraverso la fotografia, che orientano la loro riflessione intorno alla rappresentazione fotografica, come Sherrie Levine, Cindy Sherman, Laurie Simmons, mentre Robert Mapplethorpe, Duane Michals, Lee Krims, Larry Clark, Bill Owens, Anna Gaskell, come molti altri autori, segnano la storia della fotografia, con immagini che svelano gli eccessi, la solitudine, la diversità, la speranza e la realtà della società americana contemporanea.

 

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Costo della lezione (compreso di Tessera Arci e Tessera EOS):

Under 30: 13 euro

Over 30: 15 euro

Per chi ha già partecipato ai primi incontri, o è già in possesso delle due tessere, il costo sarà solo di 5 euro per gli under 30 e 7 euro per gli over 30.

 

 

 

ALLA SCOPERTA DELL’ARTE AMERICANA

Roberta Bernabei, storica dell’arte

Domenica 7 maggio, ore 17.30

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Via della Penitenza 35, Trastevere

 

L’arte americana è il frutto di un peculiare contesto sociale, culturale, naturale e urbano da cui non si può prescindere se si vuole conoscere e apprezzare la pittura, la scultura, l’architettura di quest’immensa nazione. Un affascinante racconto per immagini quindi, che prende il via nel XVIII secolo, dopo la Dichiarazione di Indipendenza e la fine del dominio inglese, il momento nel quale nasce un’arte tipicamente americana. Dopo il 1776, in seguito alla conquista dell’indipendenza, a poco a poco si fa strada un sentimento nuovo, di tipo romantico, legato alla straordinaria e incontaminata bellezza del continente americano: da qui prende le mosse un particolare interesse per il paesaggio, da cui nasce la prima, vera, pittura americana, un’unica identità nazionale. Partendo dagli artisti dell’Hudson River School, dalla cultura della frontiera, dalla scoperta dell’Ovest e della cultura dei nativi americani, si giungerà ad illustrare l’arte di Pollock, di Warhol, di Basquiat, fino alla produzione artistica più contemporanea.

 

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